LA COMUNICAZIONE POLITICA, I MANIFESTI ELETTORALI
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LA COMUNICAZIONE POLITICA, I MANIFESTI ELETTORALI

LA COMUNICAZIONE POLITICA, I MANIFESTI ELETTORALI

La comunicazione politica pone in relazione tre diversi soggetti: il sistema politico, i mass media, i cittadini e si occupa dell’insieme delle strategie e delle tecniche per sedurre, controllare e persuadere la pubblica opinione.

La comunicazione politica è importante nella società di massa. La posta in gioco è il consenso.

La natura del canale scelto per la comunicazione politica, invece, condiziona il contenuto dell’informazione stessa.

Penso che possa affermarsi che la comunicazione politica pur non essendo ancora una scienza ha delle regole che, un po’ come le norme giuridiche, vanno adattate al caso concreto.

Le tecniche di comunicazione, infatti, si migliorano attraverso studi e valutazioni ex post; ex ante non si ha mai la certezza di ottenere il risultato sperato. 

Lo dimostra la comunicazione politica negli Stati Uniti che si rivela un sistema in continua evoluzione. A ogni elezione i soggetti che riescono a interpretarne meglio le trasformazioni sono premiati.

È proprio in questo dinamismo continuo e in questo stimolo costante all’innovazione che si ritrovano le ragioni dell’interesse e della rilevanza della comunicazione politica. 

Tra i mezzi di comunicazione politica utilizzati riteniamo di dover rivalutare l’importanza dei manifesti elettorali.

La cartellonistica assicura, contrariamente ad altri mezzi di comunicazione, che il messaggio elettorale avrà una durata prolungata nel tempo. 

Il compito dei manifesti, infatti, non si esaurisce con la fine dei comunicati televisivi o radiofonici o con i post sul social media.

I manifesti rimangono visibili, e potenzialmente intercettabili dagli elettori, fino a quando restano attaccati sui muri di luoghi ad alta frequentazione. 

Non è necessario un atto di volontà da parte dell’utilizzatore per dare inizio al rapporto comunicazionale (come per l’accensione della TV, l’apertura del libro o del giornale o la connessione per l’utilizzo del social media), perché l’attenzione del manifesto s’impone alla vista del pubblico a prescindere dalla volontà del destinatario. 

Perché i manifesti siano efficaci, l’attenzione dei cittadini su di essi deve essere attratta da qualcosa capace di suscitare reazioni emotive.

E, infatti, i codici utilizzati dai manifesti politici e pubblicitari si equivalgono. 

La comunicazione politica si basa su meccanismi analoghi alla comunicazione pubblicitaria e alla psicologia della persuasione. 

Il mercato e almeno in parte i contenuti sono “locali” ma le strategie, le tecniche e soprattutto le tecnologie di comunicazione sono ormai “globali”. 

Un buon consulente, infatti, può essere americano e lavorare per una campagna elettorale italiana: gli strumenti sono ormai uguali, in tutto il pianeta. 

La comunicazione attraverso i manifesti elettorali, quindi, persegue, intenzionalmente, finalità persuasorie. 

Una comunicazione politica persuasiva è un insieme pianificato di attività messe in atto per esercitare sui destinatari un’influenza mirata.

Tale influenza è da ritenersi efficace sia quando determina il rafforzamento o la conversione di opinioni, sia quando induce nuove convinzioni, atteggiamenti e comportamenti. 

Quanto alle strategie comunicative da utilizzare per ottenere un risultato il più possibile efficace, un contributo rilevante è stato fornito da Carl Hovland e da altri studiosi dell’Università di Yale, nell’ambito di un’intensa attività di ricerca sui processi di persuasione (cfr., in particolare, Hovland, Janis, Kelley, 1953). 

Hovland e i suoi collaboratori definirono un insieme di regole cui ciascuna fonte avrebbe dovuto attenersi per tentare di indurre nei destinatari l’effetto voluto.

Così, ad esempio, è possibile favorire l’attenzione sul messaggio sfruttando alcuni espedienti sia formali (le figure, i colori, il contrast figura-sfondo, etc.) sia relativi al contenuto (la novità, la centralità, la pregnanza dei significati in rapporto agli interessi dei destinatari).

Si può rendere, altresì, più agevole la comprensione del messaggio presentando in esso elementi familiari al destinatario, argomenti e argomentazioni semplici, una conclusione esplicita possibilmente anticipata, un’articolazione organizzata delle argomentazioni e dei fatti addotti a sostegno della conclusione.

E ancora, si ritiene di dover favorire l’accettazione del messaggio astenendosi dal ricorso a contenuti ansiogeni; proponendo opinioni, atteggiamenti, modelli di comportamento e valori che non contraddicano quelli già condivisi dai destinatari, enfatizzando l’attendibilità della fonte o associando al messaggio un testimonial generalmente apprezzato.

Insomma dietro le più importanti campagne pubblicitarie – e ancor più dietro quelle elettorali vincenti – si celano ricercate tecniche persuasive che non hanno cambiato solo la comunicazione politica ma anche il modo di far politica e di essere partito.

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